Prima Parte
Queste pungenti spine
che ne boschi d’abisso
nodrite ed allevate
affliggono, trafiggono
oh crudeltade,
il mio Signor e Dio.
Son saette divine
che col foco del cielo
addolcite e temprate
allettano, dilettano,
o gran pietade
il cor devoto e pio.
E tu anima mia
Non sai che sia dolore;
Ancor non senti amore?
Seconda Parte
Ahi, miserella, ascolta
I tuoi vani diletti
I piaceri, i contenti
Inducono, conducono
O pene, o stenti,
Te stessa al cieco inferno.
Deh si mira una volta
Del tuo celeste amante
Le ferite e i tormenti
Che chiamano, richiamano
O, dolci accenti,
Te stessa al ciel eterno.
Eppure, anima mia
Non sai che sia dolore,
Ancor non senti amore?
Terza Parte
Stolta che fai? che pensi?
Il tuo Gesù tradito
Il tuo Gesù piagato
Si lacera, si macera,
Ohimè che stato,
Solo per darti vita,
E tu ingrata
I sensi ogn’or
Più cruda induri
Sei di cor si spietato
Si rigido, si frigido
O stelle, o fato,
Che non procuri aita?
Ben veggio, anima mia
Non sai che sia dolore,
Ancor non senti amore?
Ultima Parte
Così dunque vivrai
Senz’amor, senza duolo?
No! rivolgi il core
Pieghevole, piacevole
Oh buon fervore,
A si gravi martiri,
E riverente ormai
Pentita e lagrimosa
Manda dal petto fuori
Caldissimi, dolcissimi
D’amor sensi e sospiri.
Così, anima mia
Saprai che sia dolore
Intenderai amore.
Ancient Italian (Original)
Prima Parte
Qveste pungenti spine
che ne boschi d’abisso
nodrite ed’ alleuate1
affliggono, trafiggono
o crudeltade,
il mio Signor e Dio
son saette diuine
che col foco del cielo
addolcite e temprate
allettano, dilettano,
o gran pietate
il cor diuoto e pio.
e tù anima mia
non sai che sia dolore;
ancor non senti amore?
Seconda Parte
Ahi miserela ascolta
i tuoi vani diletti
i piaceri i contenti
inducono conducono
o pene o stenti,
tè stessa al cieco inferno
deh si mira una volta
del tuo celeste amante
le ferite e i tormenti
che chiamano richiamano
o dolci accenti,
tè stessa al ciel eterno
E pure anima mia
non sai che sia dolore,
ancor non senti amore?
Terza Parte
stolta che fai? che pensi?
il tuo Giesù tradito
Il tuo Giesù piagato
si lacera si macera,
ohime che stato,
solo per darti vita
e tù ingrata
i sensi ogn’hor
più cruda induri
sei di cor si spietato
si rigido si frigido
o stelle o fato
che nō procuri aita?2
ben veggio anima mia
non sai che sia dolore
ancor non senti amore?
Vltima Parte
Cosi dunque viurai
senz’amor senza duolo
nò rivolgi il core
piegheuole, piaceuole
o buon feruore3
à si graui martiri,
E riuerente homai
pentita e lagrimosa
manda dal petto fuore
caldissimi, dolcissimi
d’amor sensi e sospiri.
Così, anima mia
saprai che sia dolore
intenderai amore.[2]
1) "qveste" → "queste"; "alleuate" &rarr" "allevate". Similar cases to follow where v and u are used interchangeably. 2) "nō" → "non" 3 "piegheuole", "piaceuole", "feruore", "graui": u=v.